Lo Spirito Santo che dimorando nella Chiesa la guida per tutta intera la verità, la unifica nella comunione e nel ministero, la istruisce e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, e l’abbellisce dei suoi frutti (cfr. Lumen Gentium, 4), suscita costantemente in essa nuove forme di vita religiosa perché ogni giorno Cristo, inviato dal Padre per la salvezza del mondo, sia meglio riconosciuto dagli uomini come Colui dal quale vengono, nel quale vivono e verso il quale sono diretti (cfr. Lumen Gentium, 4).
A motivo però della limitatezza umana non è nemmeno pensabile che, tra le tante famiglie religiose suscitate dallo Spirito Santo, possa esservene una sola, che sia in grado di esprimere compiutamente tutte e singole le insondabili perfezioni di Cristo. È cosa certa invece che ciascuna nasce con un proprio carisma, assume una propria fisionomia ed è chiamata a svolgere una propria funzione, il cui scopo è di riflettere in modo più evidente l’uno o l’altro degli innumerevoli aspetti del mistero di Cristo (cfr. Lumen Gentium, 46).
Tra questi aspetti la nostra Fondatrice Madre Ignazia Isacchi fu particolarmente colpita da quello che, originandoli e unificandoli tutti, trova la sua raffigurazione più significativa ed eloquente nel Cuore Santissimo di Gesù: vogliamo dire dell’amore senza limiti con cui il Figlio di Dio ha amato il Padre e si è immolato per gli uomini(cfr. Gv 14,31).
Madre Ignazia, formata dallo Spirito Santo e chiamata ad aiutare gli uomini a cogliere i misteri insondabili dell’amore di Cristo, secondo la particolare sensibilità spirituale del suo tempo, imparò presto a frugare in quel Cuore divino, a riporre in esso le sue gioie e le sue speranze, ad impegnarsi con tutto lo slancio della propria giovinezza nel lavoro e nel dono totale di sé, per aiutare il prossimo ad incontrarsi con l’amore di Cristo.
L’articolo 1 delle Costituzioni dell’Istituto recita: “Credere all’amore che Dio ha avuto per noi nel suo Figlio, contemplarlo assiduamente, questo medesimo amore, nel Cuore di Gesù, lasciarsene attrarre e possedere, per comunicarlo e testimoniarlo agli uomini”.
Per tutta la vita Madre Ignazia crederà all’amore di Dio e si fermerà a lungo davanti al Tabernacolo per fare spazio dentro di sé all’amore donato da Gesù. Più che muoversi, agitarsi e discutere, ella starà nell’atteggiamento di contemplazione e attenzione amorosa, accogliente e disponibile.
Grazie alla prolungata contemplazione, Madre Ignazia, coadiuvata da Madre Margherita, colse i bisogni nuovi della Chiesa e degli uomini del suo tempo, rispondendovi con genialità, inventiva e intraprendenza.